Teodora Campostrini fin da giovane ha costruito in sé una fede in Dio così robusta che le fu di riferimento, in un crescendo di fiducia, di amore, di rettitudine e di coerenza, per tutta la vita. Fede e attività di amore si intersecano nelle sue giornate: sono come nastri che si intrecciano, che si distinguono, si rincorrono e si intrecciano nuovamente.
L’impegno di istruire ed educare le giovani che frequentavano la sua scuola, per Teodora è espressione autentica di amore che sgorga da una fede in Dio che vuole rendere la persona umana sempre più degna della sua umanità, dato che per gli uomini Cristo non ha esitato di diventare Uomo.
Per questo la nostra Fondatrice invita a donarsi fino a “consumarsi” per questa nobile attività. Con la sua tipica concretezza, dice che è necessario amare con un amore “utile e fruttuoso”, perché il bene sia proprio vantaggioso per coloro verso i quali ci si prodiga. La sua Fede è “parlare continuamente con Dio”, è “avere la mente fondata in Dio e il cuore stabilito nell’amore suo”, è essere oneste nella comunità e non avere “spirito di partito” per non creare conflitti.
Come non vedere, nelle sue parole, la Parola di Dio fatta pensiero, azione, sentimento, direzione di vita?
Teodora, nei suoi scritti, spezza il pane della Parola di Dio e lo distribuisce a tutte quelle che hanno scelto la “medesima sua via”, perché la fede si trasformi in amore per tutti e in ogni momento dell’esistenza.
La sua rettitudine, frutto di una fede che ha come obiettivo l’amore di Dio e del prossimo, ha la capacità di entrare nelle pieghe dell’animo umano per conoscere i nascondigli dell’individualismo e di problematiche personali che si coprono ipocritamente di spiritualità.
Quando scrive i principi che devono regolare l’elezione della Superiora, raccomanda alle Sorelle di non guardare il Paese di provenienza, né l’anzianità o contingenze simili, ma di essere attente ad eleggere la persona che sa amare, che è sincera e che non di mette al centro dell’attenzione, presentando se stesa, perché “chi abbonda nei propri sentimenti” distrugge “lo spirito della vita religiosa per introdurvi il suo”.
Nessuno sconto, quindi, alla lealtà, alla rettitudine, alla sincerità nelle scelte e azioni quotidiane. Non lo permettono la Fede e l’Amore vero.
Non contenta di questa chiara direzione, Teodora specifica che, qualora nel Capitolo qualcuna “facesse imbrogli per tirare le altre ad eleggere una o escluderne un’altra, il Superiore con il suo Consiglio la priverà di voce attiva e passiva” e, se l’elezione fosse avvenuta “per via di questi maneggi”, potrà essere dichiarata nulla.
Questa è la Fede di Teodora, una Fede sempre unita alle azioni sincere, pure, coerenti.
Ogni gesto di inganno, di ipocrisia o di imbroglio va abolito, perché il Vangelo non ammette atteggiamenti che siano di danno agli altri. Chi ha fatto esperienza di stare con Gesù non si discosta dal modello delle sue azioni, perché non può fare a meno di Lui e di seguire quanto egli ha vissuto e insegnato.
Madre Teodora non si smentisce: la sua predilezione è per Lui e, come Lui, sceglie di vivere con una fiducia illimitata nel Padre, nella ricerca costante e nell’azione concreta di amore verso il prossimo, facendo ogni cosa unicamente per il bene e per elevare lo spirito della persona umana.
Ricordiamo la sua esortazione: “Non pronunciate mai nessuna parola che non abbia una sufficiente probabilità di produrre vero bene”.
sr. M. Fernanda Verzè